La riforma sul Codice della strada del governo Meloni «va rivisto»

Secondo la rete degli Enti Locali per l’Innovazione sulle Droghe (Elide) il Disegno di legge sul Codice della strada ha alcune lacune. Tra queste,  il suo impianto sanzionatorio non tiene conto di alcuni limiti degli strumenti di controllo. 

«Il suo impianto sanzionatorio non tiene conto di alcuni limiti degli strumenti di controllo. In particolare, il passaggio che prevede la sospensione e successiva revoca della patente, con divieto di conseguirla per tre anni, per chi risulta positivo ad un test rapido salivare non tiene conto di due fattori: questi test hanno una percentuale di errore del 20% e la positività può risultare anche a distanza di giorni dall’assunzione della sostanza, mentre l’effetto – che costituisce la fonte del pericolo per chi guida e per l’incolumità pubblica – cessa nel giro di poche ore». Il contenuto del Disegno di legge del governo Meloni che riforma il Codice della strada, esaminato dal Consiglio dei ministri del 27 giugno scorso, dovrebbe, secondo la rete degli Enti Locali per l’Innovazione sulle Droghe (Elide) rivisto, essere rivisto perché il suo impianto sanzionatorio non tiene conto di alcuni limiti degli strumenti di controllo. 

La rete desidera essere chiara: «Mettersi alla guida sotto l’effetto di sostanze è un comportamento sempre da condannare, ma questa rischia di essere una norma “manifesto” più attenta a mettere una bandierina che a perseguire l’obiettivo di una maggiore prevenzione del fenomeno che superi la logica repressiva e proibizionista sulle droghe che si è ampiamente dimostrata fallimentare in questi anni. Come enti locali impegnati per una politica innovativa sulle droghe e riuniti nella Rete ELIDE chiediamo al Governo di correggere il testo, a partire dal confronto col mondo degli operatori pubblici e privati che si occupano di droghe e di dipendenze», scrive Elide, la rete nata per accrescere il ruolo delle città e delle aree metropolitane nel governo e avviare sperimentazioni di politiche urbane innovative. Il Comune di Bologna coordina la rete, di cui fanno parte anche Milano, Bari, Torino, Napoli e la Città metropolitana di Roma.

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