Le risaie di Altedo sono salve, vittoria degli ambientalisti contrari alla costruzione di un nuovo polo logistico

Esultano gli ambientalisti perché si ferma la procedura per la costruzione di un nuovo polo logistico ad Altedo che avrebbe portato alla perdita delle ultime risaie storiche del territorio.

Dopo una forte mobilitazione popolare che ha visto la partecipazione di migliaia di persone con la raccolta di più di 4 mila firme e diverse iniziative, il Comune di Budrio non ha approvato la delibera e quindi è saltato l’accordo territoriale che avrebbe permesso la realizzazione di un polo logistico da 73 ettari ad Altedo, nel Bolognese, e che avrebbe portato alla perdita delle ultime risaie storiche del territorio . «La campagna della pianura bolognese è salva dalle speculazioni», ha commentato soddisfatta Legambiente Emilia-Romagna che, insieme alla rete NoHub e il WWF, ha lottato in prima linea contro la possibilità di un polo logistico ad Altedo. 

La delibera non approvata dal Comune di Budrio era già stata precedentemente approvata sia dalla Città Metropolitana che dalle Unioni dei Comuni «ma con una grave imprecisione – spiegano gli ambientalisti –  e cioè che l’area dell’intervento veniva descritta come occupata da “terreni incolti”, definizione che era in contrasto con quanto contenuto nella relazione paesaggistica e con l’evidenza dei fatti. Dopo l’invio di un’istanza di autotutela con la quale le associazioni evidenziavano a Città Metropolitana, Unioni e Comuni che le votazioni sulla delibera erano avvenute sulla base di presupposti errati, essa è stata modificata e riproposta al vaglio dei diversi livelli amministrativi. Il Consiglio Comunale di Budrio nel corso della seduta del 30/09/2021 l’ha respinta facendo di fatto decadere l’accordo territoriale». 

La vittoria è degli ambientalisti. Le associazioni e comitati invitano però a non abbassare la guardia in quanto sono ancora diversi i progetti che interesseranno l’area della Città Metropolitana, per ancora centinaia di ettari. 1Questa vittoria lascia ben sperare sulla possibilità che queste zone non vengano interessate da ulteriore consumo si suolo e da speculazioni economiche. Adesso è arrivato il momento per pensare veramente ad uno sviluppo differente per questo territorio», commentano dalla Rete. 

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