Infermieri in Emilia-Romagna, insoddisfatti e pronti a cambiare lavoro non solo per lo stipendio

Un sondaggio del Nursind svela un profondo malessere: necessarie misure urgenti per migliorare le condizioni lavorative e l’assistenza sanitaria.

Gli infermieri dell’Emilia-Romagna sono in crisi. Un’indagine condotta dal sindacato Nursind, che ha coinvolto 1.327 professionisti in regione, ha evidenziato dati preoccupanti: oltre il 54% ha già considerato di abbandonare il proprio lavoro entro un anno, spinto da insoddisfazioni non solo economiche ma anche organizzative.

Tra i principali motivi di malessere, il 36,5% degli intervistati indica retribuzioni inadeguate, mentre il 35% lamenta scarse opportunità di carriera. Un dato allarmante riguarda la difficoltà nel conciliare vita privata e lavoro: il problema affligge quasi tutti gli infermieri, con picchi nei reparti di chirurgia ed emergenza-urgenza, dove il 51% e il 47% dichiarano di sacrificare significativamente la sfera personale.

Le richieste del Nursind: più organizzazione e riconoscimenti

«I risultati del sondaggio dimostrano che siamo ancora lontani dal raggiungere un benessere lavorativo per gli infermieri della regione», commenta Antonella Rodigliano, segretaria regionale del Nursind. «Le aperture mostrate dall’assessore alla Sanità Raffaele Donini sono un passo avanti, ma serve un’attuazione concreta degli impegni presi».

Le priorità emerse includono un maggiore riconoscimento delle competenze, una migliore organizzazione e piani aziendali legati al welfare. Solo il 5,2% degli intervistati si definisce entusiasta del proprio lavoro, con i giovani particolarmente disillusi. Inoltre, il 52% delle infermiere – che costituiscono il 79% degli intervistati – denuncia episodi di discriminazione e mancanza di rispetto, più frequenti rispetto ai colleghi uomini.

Non solo stipendi: un problema sistemico

Per Rodigliano, il problema va affrontato con una visione d’insieme: «Una retribuzione migliore da sola non basta. Servono interventi sistemici per affrontare i molteplici fattori del malessere, come l’aumento delle aggressioni al personale sanitario, la carenza di alloggi a prezzi accessibili e il calo delle iscrizioni alle facoltà infermieristiche, crollate del 50% negli ultimi dieci anni».

Le proposte del sindacato includono:

  • Alloggi calmierati per gli operatori sanitari;
  • Misure per la sicurezza sul lavoro;
  • Investimenti per rendere più attrattiva la professione infermieristica.

Prossimi passi: un tavolo di confronto con la Regione

«Il Nursind Emilia-Romagna ribadisce la necessità di avviare subito il tavolo di confronto promesso, per monitorare il benessere organizzativo nelle aziende sanitarie», conclude Rodigliano. «Solo con interventi coordinati e un dialogo costruttivo sarà possibile migliorare le condizioni lavorative degli infermieri e, di conseguenza, l’assistenza ai cittadini».

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