Spettatori sul palco sognando Shakespeare e Garcia Lorca

All’Arena del Sole uno spettacolo teatrale porterà sul palco il pubblico che potrà bere, mangiare e pure fumare. Si tratta del progetto “partecipato” Lorca sogna Shakespeare in una notte di mezza estate, ideato dal drammaturgo Davide Carnevali e che andrà in scena in prima assoluta martedì 19 novembre (fino al 24). Ispirandosi a due testi poco conosciuti di Federico García Lorca, “Il pubblico” e “Commedia senza titolo”, Carnevali ha voluto creare un’opera che intende riflettere sul potere del teatro, sulla capacità di coinvolgere gli spettatori e stimolarli in un’attività critica verso il teatro stesso e la società. Ogni sera dieci spettatori scelti casualmente sono chiamati a salire sul palco o a intervenire dal proprio posto e, aiutati dagli attori e da un suggeritore che li guiderà con copione alla mano, si cimenteranno nel recitare Shakespeare nei ruoli dei protagonisti di Romeo e Giulietta e Sogno di una notte di mezza estate (opere a cui Lorca si ispirò). Il pubblico verrà così coinvolto nella costruzione stessa dello spettacolo e portato a riflettere sul rapporto tra realtà e rappresentazione, ma anche sulle dinamiche che spingono quotidianamente l’individuo ad assumere un ruolo, una maschera. Centro essenziale del lavoro del drammaturgo diventa la trasformazione degli spettatori in attori: l’obiettivo è quello di far vivere alle persone in sala la costruzione di uno spettacolo, dove simulazione e realtà si scontrano e dialogano fra loro. 

«Di solito uno spettatore viene a teatro tranquillo perché sa che nessuno farà caso alla sua presenza. Ma non sarebbe meraviglioso se all’improvviso lo chiamassero sul palco e lo facessero parlare?», si chiede in “Commedia senza titolo” García Lorca. E allora ecco la risposta di Carnevali che, grazie anche ad un cast di attori esperti, vuole cercare di realizzare «un’utopia delle avanguardie del teatro del ‘900». Quest’ultima cercavano una rottura con la concezione del teatro come mero oggetto artistico per riportarlo sul piano del coinvolgimento delle persone. La platea non è più un gruppo di semplici osservatori passivi, ma una comunità di soggetti critici che possono contribuire a cambiare le cose. 

Il teatro come strumento politico

Secondo Carnevali «è importante riavvicinare le persone al teatro e colmare quelle asimmetrie che portano la comunità a pensare che questo spazio non partecipi al dibattito sociale e politico attuale». L’urgenza primaria è, secondo l’autore, quella di comunicare e far capire che l’esperienza teatrale è strumento di analisi della realtà, vicino alla quotidianità e motore di cambiamento. Ecco perché la scelta di ispirarsi a Lorca: nelle sue opere emerge l’esigenza di voler recuperare il pubblico e vengono allo stesso tempo narrate molte situazioni dell’intorno sociale e politico della sua epoca. Inoltre, il regista spagnolo riutilizzò personaggi shakespeariani per fargli fare da tramite della realtà. «Lorca e Shakespeare sono stati due grandi interlocutori del proprio tempo.Per noi riprendere questi due autori significa capire quale parte della loro riflessione possa servirci per ricostruire il rapporto con la comunità. Il teatro pubblico ha la responsabilità di offrirsi ai cittadini come strumento di analisi del mondo che ci circonda», ha detto Carnevali. 

La produzione teatrale è stata realizzata in coproduzione con Emilia Romagna Teatro Fondazione (ERT) e il Teatro stabile di innovazione CSS di Udine in un progetto che considera il pubblico una parte integrante del momento artistico e il teatro non solo come il posto dove un’opera viene prodotta, ma uno luogo di condivisione e inclusione per tutti i cittadini. 

con la collaborazione di Rachele Baccichet

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