Sgominata una banda di giovani criminali a Bologna, incastrati dai loro profili social

Su TikTok, i giovani criminali (alcuni dei quali minorenni) postavano video con la scritta sovrimpressa “Ak-47-gang” “Italy-bologna”. Un segno che ha permesso alla polizia di individuare correlazioni tra tutti i profili della banda di aggressori.

Andavano in giro in centro a Bologna a compiere aggressioni, alcune delle quali con caratteristiche di vere e proprie spedizioni punitive, con l’utilizzo di armi da taglio e corpi contundenti. Una prima aggressione fu nell’agosto dell’anno scorso quando in via Indipendenza accoltellarono alla schiena un 19enne di origine rumena. Una seconda aggressione avvenne lo scorso dicembre quando accerchiarono 3 ragazzi di origine pakistana e, con tirapugni, catene e coltelli, li aggredirono ferendoli gravemente. Oggi, i responsabili, una banda composta da giovani pakistani (tra cui dei minorenni) sono stati individuati e indagati per i reati di lesioni aggravate, rapina, nonché possesso ingiustificato di armi. A incastrarli sono stati i loro profili social. In particolare, su TikTok la polizia ha trovato un video che raffigurava i giovani criminali esultanti in auto, corredato da una colonna sonora e dalla scritta sovrimpressa “Ak-47-gang” “Italy-bologna”. L’indicazione “AK47” ha permesso di individuare ulteriori correlazioni tra tutti i profili in quanto accomunati dal medesimo segno identificativo del gruppo d’appartenenza. Le foto acquisite dalle varie identità virtuali sono risultate compatibili con i caratteri fisionomici delle persone descritte dalle vittime delle loro aggressioni. 

Le immagini estrapolate dai profili social sono state comparate con quelle presenti negli archivi di Polizia attraverso un software specificamente progettato per il riconoscimento facciale, giungendo ad una compiuta individuazione dei responsabili delle aggressioni. Dalle attività compiute sono emersi elementi che hanno confermato la tesi circa l’esistenza di un gruppo identificato con l’immagine e la sigla del fucile automatico AK 47: simbolo che alcuni dei componenti presenta, peraltro, tatuato sull’avambraccio. Alla luce di tali indagini le due Procure di Bologna hanno emesso un decreto di perquisizione nei confronti di 11 pakistani, 5 dei quali minori, ritenuti responsabili di entrambi gli episodi. Una perquisizione nei loro confronti ha permesso di rinvenire anche armi quali una pistola giocattolo, un tirapugni ed un coltello. 

 

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