Un imprenditore straniero, sulla trentina, è stato denunciato dai carabinieri di Bologna per ricettazione. L’indagine è scaturita da un intervento dei militari presso un centro di assistenza e riparazioni per smartphone situato nel centro della città, dove è stato rinvenuto un iPhone 13 rubato.
Il dispositivo, appartenente a una donna bolognese, era stato sottratto mentre questa stava gettando la spazzatura, dopo averlo lasciato incustodito in auto. La proprietaria, grazie alla funzione di geolocalizzazione, è riuscita a localizzare il suo smartphone, che risultava trovarsi presso il citato centro assistenza. A seguito della segnalazione, i Carabinieri si sono recati immediatamente sul posto per verificare la situazione.
Il titolare dell’esercizio ha ammesso di essere in possesso dello smartphone rubato, dichiarando di averlo acquistato per 100 euro da due individui sconosciuti, senza però registrare i loro dati né effettuare alcun atto di compravendita. Tale dichiarazione ha spinto i Carabinieri ad approfondire il controllo, esaminando tutti i dispositivi presenti nel locale e la documentazione relativa alla loro provenienza.
L’indagine ha portato al sequestro di 43 dispositivi tra cui 18 smartphone, 4 smartwatch, 2 cuffie bluetooth, 17 notebook e 2 tablet, a causa delle incongruenze riscontrate nelle documentazioni di acquisto. La gravità della situazione ha evidenziato come questo tipo di attività alimenti il mercato nero, contribuendo a furti e rapine ai danni di cittadini e turisti.
Oltre alla denuncia dell’imprenditore, i Carabinieri hanno proposto la sospensione delle autorizzazioni relative al pubblico esercizio del negozio. Il provvedimento, della durata di 15 giorni, è stato emesso dalla Divisione della Polizia Amministrativa della Questura di Bologna e notificato il 24 agosto scorso dai Carabinieri della Stazione Bologna Indipendenza e dalla Polizia Amministrativa e Sociale della Questura.
Nella valutazione del provvedimento si legge che il locale è stato identificato come un punto di riferimento per attività illecite, dove venivano smerciati, con la complicità del gestore, beni provenienti da attività delittuose, creando così una situazione di concreto pericolo per la sicurezza sociale.