Bologna è la città con la soglia più alta di tariffe massime richieste per i nidi comunali. È quanto emerge dal confronto fatto da una mamma bolognese che, in una lettera indirizzata alla nostra redazione, ha evidenziato come il capoluogo emiliano si pone al primo posto in Italia. A Bologna un nido costa 595 euro al mese, a Milano 502, al secondo posto.

Secondo quanto riportato dalla mamma, per «l’anno educativo 2025-2026, la tariffa massima per i nidi comunali a Bologna è passata da 575 a 595 euro al mese», un rincaro questo che pesa inevitabilmente sulle famiglie già martoriate dall’aumento delle spese quotidiane.

Il Comune di Bologna ha giustificato l’aumento serve a consapevolizzare sull’uso del servizio. Tuttavia, in una realtà dove lavorano spesso entrambi i genitori, il nido è per loro una necessità e non una scuola facoltativa. A ciò si deve aggiungere la mancanza di posti negli asili comunali – soprattutto per i lattanti – che obbliga le famiglie a rivolgersi ad asili privati con costi ancora più elevati. La soglia dell’ISEE, inoltre, con i suoi 35.000 euro fissati per il pagamento della tariffa massima, non tiene conto della condizione dei genitori << che si trovano ad affrontare spese importanti senza alcun aiuto>>.

Ciò che le famiglie chiedono al Comune di Bologna è un abbassamento delle tariffe o dei contributi che possano aiutarle a fronteggiare le spese quotidiane. «Se non si interviene rapidamente» – scrive Maria – « il rischio concreto è che il nido diventi un servizio a cui si accede solo se si ha la fortuna di rientrare nei primi posti in graduatoria o si hanno le risorse per sostenere le alternative private. Una città “progressista” non può permettersi di lasciare le famiglie sole proprio nei primi anni, i più delicati, della crescita dei propri figli».

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