Ai cacciatori sarà consentito spostarsi sul territorio regionale per esigenze lavorative, in modo da limitare i danni causati da cinghiali e altri selvatici.
L’Emilia-Romagna è la prima regione a riaprire alla caccia in piena pandemia. La misura, accolta calorosamente sia dall’organizzazione dei coltivatori italiani Coldiretti sia dalla confederazione italiana Confagricoltura, servirà a tenere sotto controllo la fauna selvatica per evitarne una proliferazione incontrollata, specialmente nel caso dei cinghiali. Ai cacciatori selezionati e a quelli individuati dagli Ambiti Territoriali di Caccia sarà dunque consentito di muoversi all’interno del territorio regionale per comprovate esigenze lavorative, tutto con il coordinamento delle Polizie Provinciali.
Il problema dei cinghiali era stato denunciato da Coldiretti Emilia-Romagna poche settimane fa, in relazione all’incidente mortale causato ad un 63enne, ma anche al pericolo di diffusione della peste suina – specie in un momento drammatico per il sistema sanitario come quello che stiamo vivendo – e dei gravi danni subiti dagli imprenditori agricoli locali. Con quest’azione dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, «l’Emilia-Romagna diventa così apripista nella gestione della fauna selvatica: per prima ha chiesto al governo una deroga al limite comunale per gli spostamenti, almeno per la caccia al cinghiale e per dare la possibilità alle squadre di attivarsi», dichiara il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini.