«È una situazione che sta diventando ormai insostenibile: l’organizzazione di rave illegali presso il parco Virginia Woolf, che si ripetono con cadenza settimanale, in particolare il sabato sera, sin dallo scorso giugno. Nonostante il parco sia ufficialmente chiuso al pubblico per i lavori del Passante, diverse associazioni continuano ad organizzare feste violando le recinzioni installate dal Comune per prevenire accessi non autorizzati, soprattutto nella zona adiacente al Tulipark. Anche quando le recinzioni vengono riparate, queste vengono nuovamente forzate pochi giorni dopo. Tali eventi creano gravi disagi per noi residenti, tra cui: musica a volume elevato fino alle prime ore del mattino, episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, danneggiamenti a proprietà private come automobili parcheggiate, rifiuti abbandonati per le strade e occupazione abusiva dei parcheggi privati da parte dei partecipanti». A scriverlo è un residente in via dell’Arcoveggio di Bologna che denuncia una situazione ormai diventata «insostenibile» per chi vive nella zona.
In particolare, scrive il residente, «durante gli eventi promossi dall’associazione “Movimento Arti Libere”, sono stati segnalati numerosi episodi di molestie non denunciate, oltre alla vendita illegale di alcolici e altri prodotti. Vorrei inoltre evidenziare che la stessa associazione era già stata coinvolta in problematiche simili presso Villa Angeletti, fino all’intervento della Digos alla fine di luglio, dopo il quale si sono spostati alla zona attuale».
Nonostante le numerose segnalazioni alle autorità competenti, fino ad oggi non sarebbe stato preso alcun provvedimento. «È sconcertante constatare che queste attività continuino ad essere pubblicizzate apertamente sui social media, in particolare su Instagram, senza alcuna conseguenza. La situazione ha ormai assunto contorni surreali, e trovo incomprensibile che, pur essendo tutto visibile e pubblico, non si faccia nulla. Il problema non riguarda solo la nostra qualità della vita, già duramente compromessa, ma anche la sicurezza degli stessi partecipanti, che vanno incontro a molti pericoli evitabili in contesti legali, come i vari club underground presenti a Bologna», conclude il residente.
foto: da archivio