Il Pd di Bologna si prepara a chiudere circa il 40% delle proprie sedi in città e provincia, compresi circoli simbolo come il Galvani, frequentato in passato da Romano Prodi, e il Passepartout di via Galliera, teatro di innumerevoli iniziative per la sua posizione centrale.
La decisione, che verrà discussa ufficialmente nella direzione del partito prevista per il 20 gennaio, nasce da difficoltà finanziarie che affondano le radici nella scelta fatta quasi vent’anni fa, all’atto di nascita del Pd. Il patrimonio immobiliare ereditato dal Pci, particolarmente significativo in Emilia-Romagna, non fu trasferito al nuovo partito, ma a un ente dedicato, la Fondazione Duemila. Quest’ultima, controllata dagli ex Pci, ha continuato ad affittare le sedi al Pd.
Con il taglio drastico del finanziamento pubblico ai partiti, il Pd ha accumulato un debito di circa 4 milioni di euro nei confronti della Fondazione Duemila, rendendo inevitabile il ridimensionamento delle sedi.
La chiusura di circoli storici, come il Passepartout, ha scatenato una forte reazione tra gli iscritti. La base del partito chiede un incontro urgente con la Fondazione Duemila per trovare una soluzione e salvare un patrimonio politico e culturale fondamentale per Bologna.