L’accusa è quella di estorsione ai danni di alcuni dipendenti al fine di fargli sottoscrivere dimissioni volontarie in bianco per poterne disporre nei passaggi di personale da una società all’altra, per svuotarla dei beni.
La Città metropolitana di Bologna si costituirà parte civile nel processo scaturito dall’operazione “Ragnatela”, condotta da carabinieri e Guardia di Finanza, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bologna, che vede imputati diverse persone per la gestione di una casa di riposo di Alto Reno Terme. L’accusa è quella di estorsione ai danni di alcuni dipendenti della struttura con “metodo tipicamente e oggettivamente mafioso”, al fine di fargli sottoscrivere dimissioni volontarie in bianco per poterne disporre nei passaggi di personale da una società all’altra, per svuotarla dei beni.
Tra i reati contestati, compare anche una tentata estorsione consumatasi in parte presso la sede del Dopolavoro Ferroviario di Bologna, episodio sul quale l’associazione Libera aveva realizzato una video inchiesta presentata lo scorso dicembre. La Città metropolitana sarà rappresentata e difesa dall’avvocato Salvatore Tesoriero del Foro di Bologna.
«Episodi di estrema gravità che colpiscono il nostro territorio, sia per la connotazione mafiosa delle condotte, che per una inaccettabile aggressione ai diritti dei lavoratori – afferma il sindaco metropolitano Matteo Lepore -. Diritti che siamo fortemente impegnati a difendere nelle tante iniziative per promuovere un lavoro giusto e dignitoso, come il Patto per la logistica etica e la presenza in tante vertenze nel territorio metropolitano, e che ci vedono insieme ad altre istituzioni, alle forze dell’ordine e alla società civile attivi per contrastare le infiltrazioni mafiose con ogni mezzo che l’ordinamento ci mette a disposizione. Anche per questo riteniamo doverosa la nostra costituzione di parte civile al processo».
Fonte: Cittò metropolitana di Bologna