Gli attivisti per i diritti delle persone lgbtqi+ Franco Grillini, Cathy La Torre, Vincenzo Branà e Andrea Zanini (consigliere comunale di Fabbrico – RE-) hanno le idee chiare: il 26 gennaio, giorno delle elezioni per eleggere il nuovo presidente della Regione Emilia-Romagna, sosterranno Stefano Bonaccini. Vorrebbero che a guidare la loro regione fosse il centro-sinistra per una ragione pura e semplice: già all’inizio di questa campagna elettorale, la Lega ha messo in chiaro che, qualora vincesse le elezioni, come prima atto di governo cancellerebbe la legge contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere – da anni richiesta a gran voce dalle associazioni lgbtqi+.
L’approvazione in assemblea legislativa di questa norma ha comportato una maratona di oltre 40 ore di seduta ininterrotta per superare l’ostruzionismo delle destre, autrici di circa 1800 emendamenti, «molti dei quali iniettiati di un’omotransfobia smaccata e irricevibile». «Come attivisti impegnati nell’approvazione di questo provvedimento, la legge non solo va tutelata ma va rafforzata con provvedimenti concreti che siano in grado di calarla nella vita quotidiana dei cittadini e delle cittadine e di renderla uno strumento efficace, in grado di produrre un vero cambiamento. In questo senso è fondamentale che il prossimo 26 gennaio le urne confermino come presidente Stefano Bonaccini e che consegnino il governo della Regione alla coalizione di centrosinistra che lo sostiene»
Ma non basta: l’appello di Grillini, La Torre. Branà e Zanini va oltre. «Il nostro appello è rivolto in particolare alla rielezione delle persone che, nell’iter che ha portato all’approvazione della legge, hanno dimostrato tenacia e caparbietà nel raggiungere questo risultato. Auspichiamo non solo la loro rielezione ma un evidente successo nei loro risultati, a smentire chi sostiene che i diritti siano tema divisivo, punito in termini di consenso dalle urne», hanno detto gli attivisti.