Mentre Bologna si prepara ad accogliere il Cosmoprof, la più grande manifestazione internazionale dedicata al mondo della cosmesi, si accendono i riflettori su una realtà ben diversa da quella patinata degli stand espositivi. Dietro il successo dell’evento, organizzato al 100% da BolognaFiere, si cela, secondo il sindacato USB di Bologna, una riorganizzazione del lavoro che avrebbe portato a una drastica riduzione dei diritti e dei salari per molti lavoratori.
Un evento da record, ma a quale prezzo?
L’edizione 2024 ha registrato numeri impressionanti: 160mila metri quadrati espositivi, oltre 3000 espositori e 250mila visitatori. Quest’anno le aspettative sono ancora più alte, ma il prezzo del successo sembra ricadere sulle spalle di chi lavora dietro le quinte. Negli ultimi anni, infatti, il sindacato USB denuncia una politica di esternalizzazione sempre più aggressiva, penalizzando lavoratori che un tempo godevano di contratti diretti e salari dignitosi.
Tagli ai diritti e salari ridotti
La strategia della dirigenza avrebbe portato alla progressiva sostituzione dei lavoratori interni con personale in appalto, spesso con contratti meno tutelati e retribuzioni più basse. Un esempio evidente è l’acquisizione della società VE, specializzata nella fornitura di personale per le manifestazioni, con il solo obiettivo, secondo USB, di ridurre il costo del lavoro. I lavoratori impiegati attraverso questa società si troverebbero oggi con contratti collettivi nazionali diversi, paghe orarie inferiori e nessuna contrattazione integrativa.
Il caso del “cambio di mansioni”
Recentemente, molti dipendenti della Fiera sarebbero stati costretti a un cosiddetto “cambio di mansioni temporaneo” che, nella pratica, avrebbe comportato una drastica riduzione dello stipendio. Il mancato riconoscimento del lavoro domenicale avrebbe generato perdite economiche significative per i lavoratori, in alcuni casi pari a diverse migliaia di euro l’anno.
A peggiorare la situazione, la dirigenza avrebbe fatto saltare un accordo raggiunto con i sindacati per mitigare queste perdite, imponendo condizioni inaccettabili in cambio di un parziale recupero salariale. «L’azienda pretende di infilarci la cancellazione dei diritti acquisiti su altre tematiche in cambio dei danari che dovrebbero sanare in parte quanto perso dai lavoratori», sottolineano i sindacati.
Sciopero in vista durante il Cosmoprof
Per protestare contro questa gestione, i lavoratori di BolognaFiere hanno annunciato uno sciopero nei giorni del Cosmoprof, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione su condizioni di lavoro sempre più precarie. Le richieste delle organizzazioni sindacali sono chiare: riaprire il confronto con i soci pubblici e avviare una trattativa seria sulla qualità del lavoro, la stabilizzazione dei contratti e l’aumento dei salari, a partire dai lavoratori più penalizzati. «Prima o poi arriva il momento di pagare il conto e restituire il maltolto», avvertono i sindacati.
Nei prossimi giorni, le rappresentanze dei lavoratori chiederanno un incontro con i soci pubblici di BolognaFiere per discutere del futuro dell’occupazione in fiera e delle politiche di appalto. La speranza è che, dietro il glamour del Cosmoprof, si torni finalmente a parlare di dignità del lavoro.