Bologna, tra l’illusione dell’efficienza e la realtà quotidiana dei disagi

Le dichiarazioni del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, in merito alla gestione con «disagi ridotti al minimo» della giornata di domenica scorsa, durante la quale la città ha ospitato una maratona, una partita del Bologna Calcio, un incontro della Fortitudo al Paladozza e una sfida della Virtus in zona fiera, suonano come un’autocelebrazione più che una riflessione sulle problematiche quotidiane che i bolognesi sono costretti a vivere.

Lepore ha sottolineato che nonostante il grande affollamento di eventi, la «grande organizzazione» ha minimizzato i disagi per la cittadinanza. Un’affermazione che, se non fosse per il suo valore politico, potrebbe sembrare quasi comica se paragonata alla realtà che ogni giorno migliaia di cittadini affrontano. Ma quello che il sindaco sembra non accorgersi è che, al di là di eventi straordinari, Bologna è diventata una città dove i disagi sono all’ordine del giorno.

Primo fra tutti, i cantieri per la costruzione della linea tranviaria che, ormai da mesi, stanno paralizzando la città e mettono alla prova la pazienza dei bolognesi. Le strade sono ridotte a un continuo percorso ad ostacoli, con i lavori che cambiano continuamente la viabilità, creando un caos che rallenta non solo il traffico automobilistico, ma anche quello dei mezzi pubblici. I percorsi degli autobus sono continuamente modificati, mentre i mezzi pubblici sono sempre più affollati, in ritardo e, dal 1° marzo, anche più costosi, con l’aumento del biglietto che non ha fatto altro che aumentare il malcontento.

Ma il sindaco sembra non rendersene conto, accecato dal fascino di una città che si vuole vendere come perfetta nella gestione degli eventi, mentre ignora il quotidiano scontento dei bolognesi. E se da un lato le istituzioni promuovono la mobilità sostenibile e l’utilizzo della bicicletta, dall’altro Bologna vive un vero e proprio caos. L’anarchia che regna tra ciclisti, rider e non rider, che attraversano sotto i portici, vanno contromano e non rispettano il codice della strada, è un altro tassello che contribuisce ad aumentare la frustrazione di chi ogni giorno deve convivere con la disorganizzazione e la pericolosità di un traffico caotico.

Questa è la Bologna di oggi: una città che si fa bella per gli eventi, ma che, dietro la facciata, nasconde un quotidiano fatto di caos, disagi e una mobilità che è lontana dall’essere efficiente. I bolognesi non chiedono la perfezione, ma una gestione più equa e attenta alla vita di tutti i giorni. Lepore, invece, sembra incapace di ascoltare queste istanze, concentrato su una Bologna che sembra essere solo quella delle vetrine, senza accorgersi dei problemi che affliggono chi ci vive ogni giorno.

In una città che vorrebbe essere moderna e «più progressista d’Italia», Bologna sta perdendo la sua anima, diventando sempre più cara, caotica e “moscia”, come ha giustamente osservato qualcuno. E mentre il sindaco celebra una realtà che non coincide con quella vissuta dai suoi cittadini, Bologna continua a lottare con i suoi disagi quotidiani, aspettando un cambiamento che tarda ad arrivare.

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