Ha smesso di piovere per fortuna. Questa “maledetta” pioggia che ha allagato mezza Bologna e che a Pianoro ha causato anche un morto. Gli esperti dicono che in poche ore sono caduti dal cielo 160 mm d’acqua, quella che cade, o meglio cadeva, in 2 mesi in autunno. «La città di Bologna è l’esemplificazione dell’evento che si è scaricato in collina, con l’indice di saturazione dei suoli dovuto all’evento di due giorni fa e che ha creato una sorta di slavina d’acqua. Acqua, acqua ovunque in quantità molto importanti», ha dichiarato oggi Irene Priolo, presidente facente funzione dell’Emilia-Romagna. La pioggia, dunque, come facile capro espiatorio.
Ma la colpa non sarà mica anche dei fiumi? Fiumi che esondano quando la pioggia è tanta. Insomma, la natura non guarda in faccia a nessuno. Non guarda in faccia nemmeno a chi si dovrebbe prendere cura dei fiumi, dei torrenti e dei loro argini. Nell’alluvione dell’Emilia-Romagna del maggio 2023 “scoppiò” il torrente Ravone in via Saffi. In quel punto il torrente scorre sotto il suolo. Il torrente uscì proprio dal sottosuolo come una bomba d’acqua. Si allagò via Saffi.
Successivamente fu tutto ripristinato, anche se a fatica in una ricerca costante delle responsabilità e su chi avrebbe dovuto pagare il danno.
A quel punto, a inizio giugno del 2023, il Comune di Bologna annunciò che la Giunta comunale individuò un gruppo di esperti incaricati a presidiare il torrente Ravone. Il gruppo di lavoro «rappresenterà la sede di coordinamento e di integrazione tra livello politico amministrativo e livello tecnico in merito ai possibili interventi sul corso d’acqua, inclusi quelli già programmati».
Che fine ha fatto quel gruppo di esperti annunciato dal Comune? I componenti hanno avuto compensi per quel lavoro da svolgere? Se sì, Bologna abbiamo un problema. Il Ravone è esondato, di nuovo. In questo caso, la responsabilità non la si può accollare soltanto la pioggia. E nemmeno il povero Ravone.
La natura è imprevedibile, dice chi tira l’acqua al proprio mulino. Ok, ma fino a un certo punto. Ci sarebbero persone (che paghiamo) che dovrebbero occuparsi proprio di questi problemi: persone che amministrano, consulenti, Protezione civile, assessori e assessore, consiglieri e consigliere, ci sarebbe anche un sindaco che annuncia gruppi di esperti. Evidentemente, tutti questi avranno avuto altre priorità negli ultimi mesi: pensare a unificare i sentieri sui colli bolognesi per le passeggiate in bicicletta, squartare le strade per la costruzione del tram, installare autovelox, disegnare per terra piste ciclabili, scoperchiare il canale in via Riva di Reno (esondato anche quello), imporre limiti di velocità ai 30 km/h, asfaltare una strada antica (per non rovinarla -sic!) e cercare di rimediare, con un ennesimo bando culturale, alla criminalità in forte aumento in alcune zone della città. Insomma, l’alluvione a Bologna è solo per colpa della pioggia?
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