Il contrasto al granchio blu, una specie invasiva e dannosa per l’ecosistema marino dell’Alto Adriatico, passa per un’innovativa iniziativa: il progetto “Octo-Blu”. Questo esperimento, promosso dall’Università di Bologna e finanziato dal Feampa (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura), ha come obiettivo il ripopolamento marino con polpi, predatori naturali del crostaceo alieno.
Annunciato oggi a Goro dalla Regione Emilia-Romagna, il progetto mira a contrastare la proliferazione del granchio blu con la reintroduzione di paralarve di polpo in specifiche aree marine. L’intento è di contenere la diffusione del granchio blu, migliorando la biodiversità e favorendo la sostenibilità ambientale.
La Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Università, ha attivato una sinergia istituzionale per realizzare questo progetto pilota, che include la sperimentazione di un processo di riproduzione del polpo in cattività.
Le paralarve di polpo saranno rilasciate in aree specifiche della costa romagnola, che si estende da Ravenna a Cattolica, scelte in base all’abbondanza di granchio blu e alla presenza di habitat idonei per il polpo. Questi siti di rilascio saranno monitorati costantemente per garantire che l’introduzione dei polpi avvenga in modo efficace e nei tempi stabiliti. Il progetto prevede verifiche regolari per monitorare la presenza dei polpi e la diffusione del granchio blu, attraverso un sistema di monitoraggio ambientale che permetterà di valutare i progressi compiuti e l’efficacia dell’intervento.
«L’introduzione dei polpi nelle acque marine dell’Alto Adriatico rappresenta una strategia innovativa per ripristinare l’equilibrio ecologico danneggiato dalla presenza del granchio blu», ha dichiarato un portavoce della Regione Emilia-Romagna.