Un gruppo di ricercatori delle università di Bologna e Ca’ Foscari Venezia ha sviluppato un modello matematico in grado di prevedere come e dove si estenderanno le città del futuro. Utilizzando immagini satellitari delle luci notturne rilevate nell’area di Pechino tra il 1992 e il 2013, lo studio ha permesso di individuare i fattori chiave che guidano l’espansione urbana: pianure, corsi d’acqua e aree costiere risultano essere i luoghi preferiti per la crescita degli insediamenti.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Earth’s Future e si concentra su una zona di mille chilometri quadrati a nord-est della Cina, comprendente la capitale. L’analisi ha consentito di classificare ogni chilometro quadrato come urbano o non urbano, sulla base dell’intensità della sua illuminazione notturna. A partire da questi dati, i ricercatori hanno costruito un modello probabilistico che calcola la possibilità che una determinata area diventi urbana in base a fattori ambientali e climatici, come l’altitudine, la pendenza del terreno, la temperatura media e le precipitazioni.
«Sebbene la letteratura scientifica riconosca il ruolo di molteplici fattori – ambientali, idroclimatici, socioeconomici, politici e istituzionali – nel controllo della crescita urbana, mancano però ancora informazioni chiave sulle dinamiche spaziali e temporali che governano il processo. Il nostro modello offre una prima risposta, ponendo le basi per proiezioni sui possibili sviluppi urbani futuri in tutto il mondo», spiega Serena Ceola, professoressa dell’Università di Bologna e coautrice dello studio insieme a Giulia Grandi e Enrico Bertuzzo dell’ateneo veneziano.
Il modello si è dimostrato efficace nel riprodurre la distribuzione delle nuove aree urbanizzate osservate dopo il 1992, confermando che i principali driver dell’espansione sono geomorfologici. Questa tendenza riflette il comportamento storico delle comunità umane, che si sono insediate preferibilmente nelle pianure e vicino a fonti d’acqua.
«La forza del nostro approccio – conclude Enrico Bertuzzo, professore di Idrologia dell’Università Ca’ Foscari Venezia – sta nella sua capacità di fornire una valutazione formale dei principali fattori che guidano l’espansione urbana, nonché nella sua flessibilità, che lo rende idoneo all’applicabilità in diverse aree del mondo. Grazie alla sua capacità di individuare le aree di preferenziale sviluppo urbano, il modello potrebbe diventare uno strumento utile a supportare la pianificazione urbana sostenibile e la gestione del rischio idrogeologico, soprattutto in un contesto di crescente frequenza degli eventi estremi legati al cambiamento climatico».
Lo studio apre quindi nuove prospettive per le amministrazioni pubbliche e per chi si occupa di pianificazione territoriale, fornendo uno strumento basato su dati oggettivi per anticipare l’evoluzione degli spazi urbani e ridurre gli impatti ambientali.