Il progetto coordinato dalla dottoressa Bruna Gumiero ha l’obiettivo di tenere sotto controllo gli agenti inquinanti presenti nelle acque coinvolgendo in prima linea i cittadini.
Semplici cittadini possono cimentarsi nel campionare le acque dei fiumi per controllarne la qualità e capire, insieme a studiosi e ricercatori, se il fiume è inquinato oppure no. È la cosiddetta Citizen Science con cui a Bologna i cittadini si schierano per salvaguardare l’ecosistema fluviale del bacino del fiume Idice. Il progetto, nato nel 2018 e coordinato dalla dottoressa Bruna Gumiero, ha l’obiettivo di tenere sotto controllo gli agenti inquinanti presenti nelle acque, coinvolgendo in prima linea i cittadini mediante questa metodologia innovativa. La Citizen Science si articola in tre punti principali. La prima fase è quella della divulgazione, portando fuori dal mondo accademico le conoscenze scientifiche e insegnando ai cittadini a utilizzare una strumentazione scientifica semplificata, ma altrettanto attendibile. Segue poi la raccolta dati, effettuata dagli stessi cittadini, attraverso il campionamento delle acque fluviali e il controllo della vegetazione riparia. Infine, l’informazione, ovvero l’elaborare i dati ottenuti e renderli disponibili al grande pubblico.
Il campionamento si dirama attraverso i comuni di San Lazzaro di Savena, Budrio, Castenaso e il quartiere Savena della città di Bologna, ma non è l’unico. La dottoressa segue progetti analoghi sui territori del Tevere urbano e del bacino del Marzenego, nei quali sono coinvolti enti e associazioni, come Legambiente, WWF e onlus locali, avvicinando queste ai cittadini.
L’utilizzo della CS si è diffuso nel mondo grazie al progetto Fresh Water Watch e spesso si è rivelato l’unica ed indispensabile fonte di dati in territori come il continente africano, dove le istituzioni non hanno le risorse e le possibilità di tenere controllato il territorio. L’obiettivo di queste iniziative va ben oltre la semplice ricerca scientifica. Infatti la CS è un processo di integrazione che si autoalimenta, formando e rendendo autonomi ricercatori volontari. In questo modo è possibile sensibilizzare il cittadino a pratiche e temi che si fanno sempre più stringenti ed attuali.