Si è concluso il 1° gennaio pomeriggio, dopo circa 48 ore, il rave abusivo di Capodanno organizzato in un capannone dismesso tra via Calzoni e via Stalingrado, nella periferia nord di Bologna. L’evento, denominato “Sound of Freedom”, aveva preso il via il 30 dicembre con l’occupazione dell’ex stabile Samp Utensili, dopo che alcuni partecipanti avevano forzato i cancelli d’ingresso. La festa si è protratta fino al tardo pomeriggio del 1° gennaio, quando i circa 750 partecipanti hanno lasciato l’area, dando vita a un corteo di veicoli e pedoni che ha temporaneamente occupato tratti di via Stalingrado.
Oltre 200 identificati e denunce in arrivo
Secondo quanto comunicato dalla Questura di Bologna, la Polizia ha identificato oltre 200 persone, molte delle quali provenienti da diverse province dell’Emilia-Romagna e da altre regioni del Centro-Nord Italia. Le posizioni dei partecipanti sono al vaglio della DIGOS, che invierà un’informativa di reato alla Procura, e della Divisione Anticrimine, incaricata di avviare l’istruttoria per l’emanazione di misure preventive. Tra queste, potrebbero scattare denunce e fogli di via nelle prossime ore.
Durante l’operazione, le forze dell’ordine hanno sequestrato parte della strumentazione musicale utilizzata per l’evento, finalizzando l’azione alla confisca. Inoltre, la Polstrada ha elevato sei sanzioni per violazioni al Codice della Strada. Al termine del rave, un sopralluogo nello stabile ha rilevato danni agli infissi e imbrattamenti alle pareti interne ed esterne.
Critiche e reazioni politiche
L’episodio ha suscitato polemiche politiche, con dichiarazioni critiche da parte di esponenti dell’opposizione, in particolare dal partito di Fratelli d’Italia. «Un sentito grazie alle Forze dell’Ordine, Carabinieri e Polizia, che hanno ripristinato la legalità fermando il rave abusivo in zona fiera. Purtroppo, questi eventi accadono sempre qui perché certi rivoluzionari dei centri sociali sanno di trovare terreno fertile a Bologna e vengono tollerati dalla sinistra che governa la città», si legge in una nota di Stefano Cavedagna, eurodeputato del partito della Meloni. L’accusa prosegue sottolineando la necessità di un distacco deciso da parte della Giunta guidata dal sindaco Matteo Lepore e della sua vice Emily Clancy da «questi personaggi».
A Bologna, si attende ora una presa di posizione del Partito Democratico sulla vicenda.