Le loro contestazioni avrebbero danneggiato il Nails Cafè e il negozio Nove Hair perché avrebbero interrotto la loro attività anche con aggressioni fisiche nei confronti dei titolari ed «esigendo somme di denaro, asseritamente dovute, con modalità estorsive». Contestazioni che hanno portato questa mattina a 6 misure cautelari contro altrettanti esponenti della campagna “Il Padrone di Merda”: 5 divieti di dimora nel comune di Bologna e 1 divieto di avvicinamento alle parti offese, disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari Sandro Pecorella, su richiesta del Pubblico Ministero Antonio Gustapane. Le sei persone soggette alle misure cautelari, con un’età compresa fra i 37 ed i 24 anni, sarebbero aderenti al collettivo antagonista Hobo di Bologna. Cinque di loro presentano precedenti di polizia.
I citati provvedimenti derivano da numerosi fatti di reato, anche a carattere violento, a danno di altrettanti esercizi commerciali, società o cooperative di servizi per asserite somme di denaro non versate a dipendenti o presunte inadempienze contrattuali. Come riportato dal nostro giornale l’11 febbraio del 2019 la campagna contro “Il Padrone di merda” nacque in quel periodo su Facebook una pagina in cui è possibile vendicarsi contro il datore di lavoro che a Bologna sfrutta o addirittura molesta i propri dipendenti.
L’attività di indagine, coordinata dal sostituto procuratore Antonio Gustapane della Procura di Bologna, aveva già portato alla denuncia di 19 aderenti al collettivo antagonista Hobo, nella campagna “Il Padrone di Merda”, responsabili dei reati di tentata estorsione, lesioni personali, violenza privata, diffamazione, imbrattamento di cose altrui, disturbo delle occupazioni pluriaggravati in concorso ed utilizzo di mezzi atti a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico.