Tremila trilli travolgeranno Bologna. Sembrerebbe uno scioglilingua, ma in realtà è il suono dei telefoni che squilleranno per un’indagine telefonica sulla qualità della vita nella zona metropolitana iniziata in questi giorni e che terminerà il 7 giugno. Indetta dalla Città metropolitana e dal Comune, l’obiettivo dell’inchiesta è analizzare il “benessere soggettivo” dei bolognesi, ascoltarne le domande e i principali disagi vissuti. Il Servizio Studi e Statistica per la Programmazione Strategica della Città metropolitana sarà l’interlocutore di 2000 abitanti di Bologna e 1000 residenti della zona limitrofa.
Nello specifico, si indagherà sul rapporto tra la valutazione soggettiva del periodo appena trascorso e le condizioni di vita reali o percepite. Inoltre, si andrà a investigare sulla soddisfazione nei confronti dei servizi, delle politiche pubbliche e delle iniziative a livello locale. Indicativamente l’indagine dovrebbe anche diventare un mezzo per permettere all’amministrazione di continuare a migliorare la città.
Le chiamate avverranno tra le 16,30 e le 21 dei giorni lavorativi da qui al 7 giugno. Il metodo di indagine è il CATI: un’intervista telefonica rivolta a un campione rappresentativo della popolazione metropolitana scelto casualmente dalle pagine bianche, diviso per sesso, età e zona di residenza. In particolare, le aree al vaglio saranno: il comune di Bologna (disaggregato a sua volta in sub-aree), la “cintura bolognese” (cioè i 10 comuni limitrofi a Bologna), la pianura, la collina, l’area montana e Imola. In sostanza, la suddivisione permette un’ottima rappresentatività per i quartieri e le macro-zone geografiche qua descritte. Il fine è agire in base ai disagi propri di ogni area.
Ispirata dalle domande Istat, l’indagine ricade all’interno del Piano delle attività 2019 della Città metropolitana e il Comune di Bologna. Con l’inchiesta si attuerebbe l’accordo per la collaborazione in tema di statistica e ricerche demografiche, sociali ed economiche.